venerdì 30 novembre 2012

Cos'è un tumore?

Il tumore, detto anche neoplasia o cancro, è una neoformazione di tessuto di tipo autonomo, progressivo e irreversibile. I tumori sono composti da cellule che perdono la capacità di controllo della proliferazione, non rispondendo più all'inibizione da contatto con le altre cellule.
Il tumore può essere benigno o maligno.

I tumori benigni sono masse di cellule ben delimitate, circondate da una capsula di tessuto connettivo, incapaci di infiltrare i tessuti circostanti o di generare metastasi, e sono in genere ben differenziate.

I tumori maligni si differenziano dai tumori benigni solamente in base alla capacità di infiltrare altri tessuti e di formare metastasi, ovvero di lasciare il sito di origine (attraverso i vasi sanguigni, il sistema linfatico o per semplice diffusione atraverso le cavità corporee) per sviluppare tumori in altri tessuti.

Fegato sano e con tumore maligno


Perchè è un argomento molto discusso?



Sempre più spesso, purtroppo, ci ritroviamo a dover affrontare il discorso cancro. Negli ultimi anni sembra si sia divulgata come un’epidemia, in modo diretto o indiretto questa malattia è diventata l’incubo dell’intera popolazione. 
Come la peste nel XIV secolo il cancro oggi è un’incognita, o almeno così ci vogliono far credere. 
Nel 2005 si sono registrati 252.662 nuovi casi di cancro nello stesso anno sono morte 129.833 persone di tumore. Ciò, al contrario di quanto possiamo pensare al primo impatto non vuol dire che le percentuali di sopravvivenza sono del 50%, anzi.
Attualmente le percentuali di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi variano a seconda delle fonti, slittano da una media del 46% generico a una media del 2,3% - 2,5% secondo uno studio fatto su 225.000 persone a 5 anni dal trattamento con le cure ufficiali pubblicato su “A Clinical Oncology”. Incredibile ma vero. È praticamente impossibile calcolare una media reale dei sopravvissuti a 5 anni dalla malattia, una sola cosa è certa, qualcosa deve cambiare, ancora troppe persone muoiono ogni anno.

I metodi ufficiali:


CHEMIOTERAPIA:

La parola chemioterapia letteralmente indica qualunque trattamento terapeutico a base di sostanze chimiche. Più specificamente ci si riferisce ai farmaci capaci di uccidere gli agenti responsabili delle malattie e comprende quindi anche gli antivirali e gli antibiotici che eliminano i batteri (chemioterapia antimicrobica). Nel linguaggio comune, però, il termine è utilizzato soprattutto in riferimento alle più comuni cure farmacologiche rivolte contro il cancro (chemioterapia antineoplastica).
Basandosi sul principio che le cellule tumorali si riproducono molto più rapidamente di quelle normali, le sostanze utilizzate per questi trattamenti interferiscono con i meccanismi legati alla replicazione delle cellule,  uccidendole durante questo processo (azione citotossica). L'effetto della chemioterapia, quindi, si fa sentire soprattutto sui tumori che crescono velocemente, ma anche su alcuni tipi di cellule sane soggette a rapida replicazione (come le cellule dei bulbi piliferi, del sangue e quelle che rivestono le mucose dell'apparato digerente). Si spiegano così i più comuni effetti collaterali di questi trattamenti (perdita di capelli, anemia e calo delle difese immunitarie, vomito, diarrea e infiammazione o infezione della bocca).
Queste conseguenze, a volte,  preoccupano più della malattia stessa. È importante tuttavia sottolineare che, a fronte di questi disturbi, talvolta rilevanti, la chemioterapia ha il merito di aver ribaltato la prognosi di chi è colpito da alcune forme di cancro, per esempio le leucemie infantili, il linfoma di Hodking o il tumore del testico, che oggi in un'altissima percentuale di casi giungono a completa guarigione.

RADIOTERAPIA:
La radioterapia è un particolare tipo di terapia fisica che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. Queste radiazioni sono dette radiazioni ionizzanti. 
I raggi X sono noti in medicina da tempo: sono stati scoperti più di un secolo fa, e da allora sono utilizzati sia a scopo diagnostico, come nel caso delle radiografie, sia a scopo terapeutico, nel caso appunto della radioterapia.
Le dosi di raggi X utilizzate nei due casi e le modalità di somministrazione sono differenti:
  • negli esami diagnostici permettono di "vedere" all'interno del corpo - per esempio per accertare se c'è una frattura di un osso - provocando danni minimi ai tessuti;
  • nella radioterapia, invece, si utilizzano proprio per colpire e distruggere le cellule tumorali, cercando di risparmiare quelle sane.
Quattro persone su dieci con tumore sono sottoposte a radioterapia, da sola o associata ad altri trattamenti quali la chirurgia e la chemioterapia.

 

TERAPIA ORMONALE DEI TUMORI
 
Gli ormoni sono molecole prodotte nell'organismo da ghiandole appartenenti al sistema endocrino. Sono prodotti in risposta a un meccanismo di controllo, e regolano l'attività di organi specifici, anche distanti da quello in cui l'ormone è stato prodotto perché si diffondono attraverso il circolo sanguigno.
La crescita di alcuni tumori al seno o alla prostata è stimolata da ormoni come gli estrogeni o gli androgeni. Tra le cure anti-cancro, la terapia ormonale è volta a contrastare l'azione degli ormoni, impedendone la produzione o l'azione proliferativa che avrebbe sul tumore. La terapia ormonale può ridurre il rischio che il tumore si ripresenti dopo la fine delle altre cure (intervento chirurgico, radioterapia e/o chemioterapia ) oppure può servire a ridurre per un certo periodo i sintomi di una malattia in fase più avanzata.
Dopo un tempo variabile da caso a caso, però, le cellule tumorali possono cominciare a riprodursi anche in assenza dello stimolo ormonale. Si dice cioè che sviluppano una resistenza al trattamento.

Cosa ci si deve aspettare durante la chemioterapia ?


Gli effetti collaterali della chemioterapia sono spesso la maggior causa di preoccupazione per chi si ammala di cancro. Tuttavia questi sono molto variabili da trattamento a trattamento e da individuo a individuo. Rispetto ad alcuni anni fa, inoltre, il loro impatto sul benessere del paziente e la sua qualità della vita è stato molto ridotto grazie a una maggiore attenzione da parte dei medici a questi aspetti:

  • si è dimostrato che spesso è possibile ottenere lo stesso risultato con dosi di farmaci inferiori a quelle usate in passato;
  • talvolta si può raggiungere lo scopo aggiungendo al "cocktail" di medicinali, come talvolta vengono chiamate le associazioni, altre sostanze più tollerate, riducendo la dose di quelle più tossiche;
  • sono stati messi a punto vari rimedi, farmacologici e non, per tenere sotto controllo gli effetti collaterali indesiderati.
Prima di iniziare il trattamento si può chiedere al proprio medico quali sostanze verranno somministrate e quali effetti collaterali ci si può attendere, ricordando comunque che:
  • la maggior parte di questi effetti indesiderati è di breve durata;
  • spesso cominciano ad attenuarsi e svanire con la fine del trattamento;
  • esistono farmaci e metodi per alleviare alcune delle loro conseguenze.
È indubbio tuttavia che queste cure possono provocare:

Stanchezza

Il senso di affaticamento che si può provare con il cancro e durante le cure è particolarmente intenso e prolungato e ha un nome specifico che, dall'inglese, è usato anche in Italia, fatigue. Ci si sente deboli e senza forze e questa sensazione può peggiorare con l'avanzare delle cure. Questo fenomeno può dipendere da vari fattori:
  • l'azione dei farmaci
  • l'impegno dell'organismo nella lotta contro la malattia
  • la mancanza di sonno
  • la difficoltà a mangiare adeguatamente
  • la possibilità che subentri un'anemia
  • il basso livello di globuli bianchi dovuto al trattamento
Si può avvertire la stanchezza in maniera più marcata nei giorni in cui ci si sottopone alla chemioterapia e in quelli immediatamente successivi.
In generale, comunque, bisogna cercare di organizzarsi per assecondare l'organismo che chiede riposo, senza richiedere a se stessi sforzi eccessivi.


Disturbi digestivi

Le cellule che rivestono le mucose dell'apparato digerente, poiché sono soggette a un continuo ricambio, sono tra quelle che risentono di pi§ dell'azione dei farmaci usati per la chemioterapia. È comune quindi che durante il trattamento si verifichino:
  • nausea e vomito
    Non tutti i medicinali usati in chemioterapia provocano nausea e vomito e comunque, anche per quelli che di solito provocano questi disturbi, è impossibile prevedere se lo faranno, e in che entità, nel singolo individuo. Quando si verificano, i disturbi compaiono a partire da alcuni minuti fino a diverse ore dopo la somministrazione del farmaco. Possono durare per ore, più raramente per qualche giorno. Se la sostanza ha determinato questi sintomi la prima volta, è probabile che lo farà anche nelle somministrazioni successive. I medici possono controllarli con farmaci detti antiemetici, che di solito vengono dati in vena insieme alla chemioterapia e poi proseguiti per via orale o intramuscolare a casa. Vanno presi regolarmente anche se ci si sente abbastanza bene, perché questi prodotti funzionano meglio a scopo preventivo che curativo.
  • dolore, infiammazione e ulcere in bocca 
    Questi disturbi possono comparire da cinque a dieci giorni dopo l'inizio del trattamento e in genere si risolvono gradualmente nelle 3-4 settimane dopo che è finito. 
  • sapore cattivo o alterazione del gusto
    Alcuni medicinali usati in chemioterapia modificano il gusto dei cibi, che può risultare più salato, amaro o metallico. Il fenomeno regredisce alla fine del trattamento ma prima che passi sono necessarie a volte alcune settimane.
  • perdita di appetito, diarrea o stipsi
    . È importante introdurre sempre un'adeguata quantità di liquidi, per evitare la disidratazione, soprattutto se le cure scatenano diarrea. Se, al contrario, compare stipsi, si può cercare di rimediare con una dieta ricca di fibre.
Tutti questi effetti collaterali si combattono con i medicinali prescritti o somministrati direttamente dal medico insieme alla chemioterapia, ma anche con un'alimentazione adatta.

Infezioni, anemia, sanguinamenti

I farmaci usati in chemioterapia ostacolano il rinnovamento delle cellule del sangue che quindi possono scendere a livelli pericolosi.
Il calo dei globuli bianchi può favorire infezioni.
Il calo dei globuli rossi può portare ad anemia, per la quale ci si può sentire particolarmente stanchi o può mancare il fiato.
Il calo delle piastrine può facilitare i sanguinamenti dalle mucose o la formazione diecchimosi.
Se questi effetti si fanno particolarmente impegnativi i medici possono provvedere con appositi farmaci o con trasfusioni di sangue.

Caduta dei capelli, disturbi alla pelle e alle unghie

La caduta dei capelli, dei peli, di ciglia e sopracciglia è considerato un segno caratteristico della chemioterapia, e anche per questo è una delle conseguenze più temute dai pazienti: non solo perché incide in maniera significativa sulla propria immagine, ma anche perché rende evidente a chiunque il proprio stato di malattia. In realtà, non tutti i farmaci usati per la cura dei tumori provocano questo effetto indesiderato, né tutti lo fanno con la stessa intensità. Alcuni rendono solo i capelli più fini e radi, altri non agiscono a questo livello. Inoltre è bene ricordare che il fenomeno è reversibile e i capelli ricominciano a crescere dopo poche settimane dalla fine del trattamento. In genere la capigliatura ha recuperato un aspetto normale entro 4-6 mesi dal termine delle cure, anche se è possibile che ricrescendo i capelli acquistino un colore diverso o risultino più ricci.
In alcuni casi è possibile cercare di prevenire la caduta dei capelli indossando durante le sedute una particolare cuffia ghiacciata: riducendo l'apporto di sangue al cuoio capelluto si cerca di diminuire anche la quantità di farmaco che raggiunge i bulbi piliferi. Il metodo comunque non è utilizzabile in tutti i casi, per cui conviene discuterne in anticipo con il proprio medico.
Alcuni farmaci usati in chemioterapia possono rendere la pelle secca e sensibile o provocare reazioni cutanee. È bene mettere sempre una crema protettiva quando ci si espone al sole. Anche le unghie ne possono risentire, diventando secche, scheggiate o striate.


Alterazioni nervose

Talvolta la chemioterapia può provocare una neuropatia periferica, che si manifesta con alterazioni della sensibilità, formicolii, sensazione come di punture di aghi soprattutto alle mani e ai piedi. In genere regredisce al termine delle cure, ma solo dopo diversi mesi.
Le cure possono anche compromettere in varia misura l'udito. Anche questo fenomeno può essere transitorio ma se vi accorgete di sentire male, avvisate il medico che potrà talvolta adeguare il dosaggio dei farmaci.

Danni ad altri organi

Dei  trattamenti contro il cancro possono talvolta risentire, in maniera transitoria o permanente, i più importanti organi dell'organismo (cuore, fegato, reni e polmoni). Sarà cura dei medici cercare fin dall'inizio le cure più adatte al singolo paziente, in relazione ad altri eventuali problemi di salute preesistenti, oppure cambiare terapia nel caso si manifestasse sofferenza a livello di queste funzioni essenziali.
Alcuni tipi di chemioterapia possono anche favorire la formazione di trombi.

Conseguenze su sessualità e fertilità

La stanchezza provocata dalla malattia e dalle cure e la preoccupazione per la propria salute possono togliere interesse per la vita sessuale  in questo periodo.
Una grossa preoccupazione di chi si deve sottoporre alla chemioterapia in giovane età è la possibilità che le cure compromettano la fertilità futura.
Oggi , soprattutto in funzione della sempre maggiore quota di bambini e ragazzi che guariscono dal cancro, e in particolare dalle leucemie, si presta molta attenzione a questo aspetto e molti ricercatori sono impegnati a cercare soluzioni su questo fronte.

...Ma non tutti la pensano così...





Introduzione metodi alternativi

Le terapie alternative per i malati di cancro proposte nel corso dell’ultimo secolo sono state numerosissime. Il ricorso a trattamenti non convenzionali, di efficacia non provata dal punto di vista scientifico, è un fenomeno diffuso. Esiste un lungo elenco di metodi anti-cancro non scientificamente convalidati, classificabili in almeno 6 gruppi principali: trattamenti chimici, vitaminici, vegetali, dietetici, di origine biologica e infine psicologici e/o psichiatrici. Negli Stati Uniti, già nel 1966, l’American Cancer Society ha raccolto in una monografia almeno una sessantina di diverse modalità di trattamento dei tumori insieme con una decina di test diagnostici tutte di efficacia non dimostrata. Molte di queste terapie, peraltro, sono conosciute e praticate solo in determinati Paesi: il trattamento con laetrile (composto a base di amigdalina, sostanza tossica che si estrae dai noccioli di albicocca e di mandorle)ha avuto grande diffusione negli Stati Uniti, come del resto è capitato negli ultimi anni alla cartilagine di squalo o in precedenza agli antineoplastoni (frammenti di proteine dapprima isolati dalle urine e poi sintetizzati in laboratorio). Anche in Italia, negli ultimi decenni, si sono verificati casi clamorosi di presunte terapie anti-cancro (siero Bonifacio, emoscambio, metodo Di Bella) che non hanno superato il vaglio delle sperimentazioni cliniche ufficiali.

Metodo di Bella


Il cosiddetto Metodo Di Bella (o multitrattamento Di Bella in sigla MDB) è una terapia alternativa per la cura dei tumori Ideata dal medico Luigi Di Bella, fra il 1997 e il 1998 fu oggetto di una grande attenzione da parte dei mass media italiani.
Luigi Di Bella inizia le sue ricerche sul cancro nel 1963 e nel 1967 la sperimentazione su alcuni pazienti. Nel 1977 introduce nella sua multiterapia l'uso della somatostatina in modo da curare anche i cosiddetti "tumori solidi". Nel 1989 viene presentato ufficialmente anche questo nuovo metodo di cura, Di Bella afferma di poter prevenire la formazione della metastasi.
Da oltre dieci anni quindi si sapeva che Luigi Di Bella praticava una terapia non convenzionale nella cura dei tumori; nel 1996 la Commissione Oncologica Nazionale, su richiesta delle autorità sanitarie, comunica che tale terapia è priva di validazione scientifica; si muove in quel mentre un'associazione di pazienti in cura con Di Bella (AIAN), coordinati da un tour operator, per richiedere la gratuità della somatostatina allora non inclusa tra i farmaci antitumore.

Il MDB propone una terapia causale, volta a eliminare i fattori etiopatogenetici (causali) che portano all'insorgenza del tumore, modificando quel terreno biologico il cui sovvertimento consente l' insorgenza della patologia neoplastica. 
La chemioterapia non agisce sulla causa che ha prodotto il tumore ma sulla cellula tumorale che ne rappresenta la conseguenza. 
La distruzione chemioterapica delle popolazioni cellulari neoplastiche non è mai totale e la cellule tumorali residue, in un'alta percentuale, riprendono la proliferazione e l'invasività trovando un terreno biologico meno resistente perché devastato dalla pregressa chemioterapia. 
Le stesse cellule tumorali tendono a divenire progressivamente meno sensibili e più resistenti ai ripetuti cicli chemioterapici. 

Il Metodo Di Bella , attraverso la somatostatina, inibisce alcuni dei più potenti fattori tumorali, quali il GH (principale fattore di crescita), IGF e tanti altri. 
Azione potenziata dagli inibitori della prolattina, potente fattore di crescita. 
Attraverso i retinoidi riporta alla normalità, "ridifferenzia" le cellule tumorali, effetto potenziato dall'azione sinergica della vitamina D, della melatonina e della vitamina E. I singoli componenti agiscono sinergicamente potenziando il loro effetto antitumorale e sviluppando un'azione antiossidante, anti radicali liberi, potenziatrice dell'immunità, pro-apoptotica (morte programmata, simile al ricambio, della cellula tumorale), antiproliferativa, pro-differenziante, antimetastatica in assenza dei noti effetti tossici chemioterapici.
Una revisione sulle banche dati della letteratura medico-scientifica al 2011 ha evidenziato un'espansione esponenziale delle linee di ricerca e dell'interesse sui componenti MDB con piena conferma della loro efficacia antitumorale, dell'effetto sinergico, della tollerabilità.

Foto Luigi Di Bella

Testimonianza positiva riguardante il Metodo di Bella



Testimonianza tumore rene trattato con MDB

La storia di mio padre

Racchiudere tutto in pochi paragrafi sarà un po' complicato, ma voglio cominciare dall'inizio, quando il male già c'era e nessuno lo sapeva o meglio nessuno cercò di capire.
Anno 2003 - Mio padre nel giro di pochi giorni viene colpito da 2 coliche renali, ogni volta la stessa storia:
lo portiamo in ospedale gli danno le cure d'uso e lo rimandano a casa. Alla terza colica gli facciamo un ecografia e il medico dice che probabilmente è un calcolo, ma che non c'è niente di cui preoccuparsi; se dava ancora problemi lo distruggevano con il laser...Andate a casa, non è niente...disse il medico.
Passano quattro anni, papà in questo periodo non ha più avuto coliche ma solo qualche piccolo fastidio, niente che potesse far presupporre a cosa stavamo per andare incontro.
Inizio 2007 - Papà nel giro di pochi giorni ha gli stessi problemi avuti nel 2003, questa volta facciamo una tac e l'esito è catastrofico: Adenocarcinoma renale, da approfondire con esami dopo ricovero urgente in ospedale.
Come si dice in questi casi, non pensavamo toccasse proprio a noi, queste cose succedono solo agli altri, come quasi pensassimo di vivere su un altro pianeta o di essere invulnerabili.
Il medico di famiglia ci disse che la situazione era grave e ci fece tanti auguri per il futuro...Poi ci suggerì una cosa, ci disse che quando portavamo papà in ospedale non doveva far vedere che stava abbastanza bene, altrimenti non lo ricoveravano subito. Quindi papà dovette fingere di avere un altra colica, venne il medico e disse di portarlo subito nel reparto di oncologia.
Io non ero presente in quel momento, all'ospedale lo accompagnarono i miei due fratelli, perchè avevo un impegno quella mattina e loro mi dovevano tenere informato.
Finalmente arriva la telefonata di mio fratello Marco, quasi speravo che mi dicesse che la situazione era meno grave del previsto, ma rimasi deluso. La situazione presto sarebbe diventata ancora più pesante...
Papà viene ricoverato e sottoposto a vari accertamenti (Tac - Biopsia - Prelievi del sangue ecc...). Non dimenticherò mai quella volta che papà mi chiamò terrorizzato perchè aveva paura di fare la biopsia, piangeva e singhiozzava...Fu uno degli attimi più tremendi della mia vita, incominciarono a crollare le mie sicurezze. Papà era sempre stato un tipo forte e sentirlo piangere mi fece mancare letteralmente il respiro. Mi sedetti sul marciapiede e mi sentii svenire mentre dicevo: "Papà non ti preoccupare che non è niente". A dire la verità, non sapevo nemmeno in cosa consistesse la biopsia e come venisse fatta.
Chi aveva mai avuto a che fare con queste cose? Pian piano escono fuori altri problemi: metastasi al fegato, ai polmoni, alle ossa, al pancreas e anche alla milza, un nodulo sotto alla corteccia cranica e confermato l'Adenocarcinoma renale di circa 9 cm.!
Siamo sconcertati da tutto ciò che sta succedendo intorno a noi, ci dobbiamo affidare nelle mani dei medici, i quali si mostrano freddi nei nostri riguardi. Notiamo che si scocciano pure di parlare con noi perchè hanno altro per la testa....la loro priorità è parlare del Napoli, di dove avrebbero passato le ferie di Pasqua, leggere il giornale o fumare una sigaretta...
Possono mai perdere due secondi con noi comuni mortali per darci un pò di conforto? Non erano programmati per questo, io lo capii dopo poco tempo.
Aprile 2007 - Io, mio zio e mio fratello abbiamo l'onore di parlare con il primario del reparto di oncologia dell'ospedale Cardarelli. Mi disse che la situazione era molto grave e che le metastasi erano ovunque. L'unica cosa da fare era un'operazione per togliere il rene sinistro e poi tentare con la chemio. Si fermò un attimo a riflettere e lo vidi assorto nei suoi pensieri, guardò nel vuoto, ed io pensai: "Mo' questo si solleva da terra e si mette a galleggiare nell'aria". Invece disse: "Fate voi, decidete in fretta perchè il tempo è poco". Io gli risposi: "Ma se non gli facciamo niente di tutto questo che ha detto lei?". "Gli rimangono un paio di mesi o poco più, solo la morfina dopo gli potete dare" concluse... Poi andò vicino al pc e mise una musica di Beethoven, quindi rispose al telefono, rideva, scherzava e con la mano ci fece segno di uscire. Ricordo ancora mentre uscivamo dalla stanza quella musica in sottofondo, che angoscia! Tutto il rispetto per Beethoven! Eravamo affranti, papà stava fuori al corridoio e ci aspettava per avere notizie. Gli dicemmo che andava tutto bene e che presto sarebbe tornato a casa. Lui ci guardò, si mise un dito in bocca per mangiarsi un'unghia e aveva la faccia di chi pensa: "Questi non me la raccontano giusta"...
I giorni passavano e andavamo avanti e indietro dall'ospedale due volte al giorno. Papà dimagriva e pensammo: "Ma che cavolo ci sta a fare qua? Stiamo ad aspettare che muoia?". Ricordo poi che nonostante tutta quella brutta situazione, mentre eravamo seduti sulla panchina papà ci disse  che ad Agosto saremmo andati in montagna a Benevento: ci andavamo da bambini. Quanti ricordi!
Pensai che papà forse ad Agosto non ci sarebbe arrivato e che probabilmente quel posto non lo avrebbe più potuto vedere. Papà poi guardò per pochi secondi in alto al  cielo e quindi si alzò dicendo: "Andiamo, si sta facendo tardi". Ci avvicinammo verso le scale che portavano alla sua stanza ed io lo abbracciai due volte. Lui salì le scale per andare in camera e noi ci allontanammo pian piano. Io mi voltai diverse volte finchè non lo vidi più. Che tristezza!
Tornai a casa e mi misi a pensare che forse, se una possibilità c'era, non era giusto non tentare. Forse papà avrebbe sofferto o forse no, non sapevo più cosa fare... "Fammi fare una ricerca sulla chemio" dissi, incominciai a cercare e mi cadde il mondo addosso. Non trovai niente di positivo, tutti ne parlavano male.
Dicevano: "E' un veleno", fa morire prima del tumore stesso, se lo beve un cane muore in pochi secondi. La loro tossicità è tale che i meteriali che vengono a contatto con i chemioterapici devono essere bruciati in forni ad una temperatura di 1000 gradi".
Interruppi la ricerca e spensi il pc, andando a letto con un'altra sconfitta sulle spalle. Dopo aver riposato un po' tornai alla mia ricerca. Ero abbastanza sfiduciato, quando mi imbattei in diverse strade, tra cui:
- Una ricetta magica di un frate Francescano (miele, aloe vera e liquore) - Un dottore di Roma (curare il cancro con il bicarbonato) - Un dottore di Prato (praticava una cura che veniva dal Canada). Pensai: "Questo è quello giusto, domani lo chiamo".
Il giorno dopo chiamai questo dottore, il quale mi disse che la cura si poteva fare, ma costava 4000 euro al mese, perchè erano medicinali che arrivavano dal Canada... Io gli dissi che il costo era elevato e che non potevamo permetterci una cura così costosa. Lui disse vabbè, fate come volete, non ho tempo da perdere... Non c'è più niente da fare pensai...
Pasqua - Portammo papà a casa per qualche giorno, volevamo passare un po' di tempo insieme, pensavamo che presto non sarebbe più stato lucido, visto che il medico ci aveva detto che di lì a poco avremmo dovuto dargli la morfina.
Era tutto un piangere e una rassegnazione da parte di tutti, non avevo mai avuto a che fare con questa malattia da così vicino ed era un incubo, stavo andando in depressione, lo sentivo ormai... Pensai: "Non ce la farò! Credevo di essere forte, ma non lo sono. Ho pensato di essere pronto a perdere papà a 49 anni, ma non lo sono".
Mi ero quasi rassegnato ormai, incominciavo ad immaginare in che modo papà sarebbe morto... Soffrirà? Dove morirà? Quando morirà? Io ci sarò in quel momento? Se deve morire, spero che accada mentre dorme, in questo modo non soffrirà! O almeno è ciò di cui mi volevo convincere... Come mi sentivo impotente!
All'improvviso però arrivò una piccola speranza. La fidanzata di mio fratello disse che sua sorella lavorava in un ospedale ad Avellino, precisamente al Moscati.
"Là...stanno i migliori medici, là...lo curano come si deve tuo padre" diceva... Allora decisi di tentare e mi feci dare il numero.
Credetemi! La chiamai 10 volte, una volta non si sentiva bene, una volta stava dormendo, una volta stava di turno, un'altra squillava e non rispondeva, altre volte non prendeva la linea... Comunque capii che era una perdita di tempo... Crollò un'altra speranza.
Il giorno prima che papà tornasse in ospedale, come sempre mi misi a pensare e proprio non vedevo via di uscita..  Solo immagini negative davanti ai miei occhi.
Poi incominciai a pregare e dicevo "Dio ma perchè non mi aiuti, cosa devo fare, dammi un segno"... Mentre pregavo mi addormentai. Al mio risveglio decisi di rimettermi a cercare su internet qualcosa che potesse aiutarmi, ma per qualche ora non ottenni risultati. All'improvviso entrai in un sito e lessi di un medico che in America aveva curato la moglie affetta da un tumore al rene e che stava bene grazie al Metodo Di Bella. "E cos'è sto metodo Di Bella?" pensai... Poi mi venne in mente quel vecchietto che anni prima era andato a Porta a porta e che suscitò tanto clamore. Vuoi vedere che è lui? Scrissi in Google la parola Di Bella, incominciai a vedere foto, qualche filmato e altro fino a che non trovai il sito www.dibellainsieme.org. Entrai in questo sito e vidi che si poteva mandare un email. Non riuscivo a capire dove dovevo scrivere, forse ero troppo agitato, mi misi a piangere dalla rabbia e pensai che forse era un segno che nemmeno quella era la strada... Spensi il pc perchè mi venne un attacco di ansia e non riuscivo a respirare e me ne andai a letto, dormii qualche ora e al mio risveglio mi sentii forte come un leone, ero come rinato... Andai subito sul sito e con calma riuscii a mandare un email dove spiegavo la nostra situazione.
Dopo qualche ora mi rispose lo Staff con queste parole:
"La nostra opinione è che, sia per l'inefficacia intrinseca, sia per la natura e la localizzazione del tumore primario accompagnata da metastasi, specie quelle epatiche, il ricorso a qualsiasi tipo di chemioterapia abbrevierebbe anzichè allungare la vita, rendendo la breve sopravvivenza un autentico calvario.
Non siamo ovviamente in grado di fare prognosi nè di garantire che suo papà possa salvarsi, ma siamo convinti che il Mdb rappresenti il tentativo terapeutico di gran lunga più efficace (e privo di tossicità) oggi disponibile. La nostra convinzione non deriva da posizioni aprioristiche o da cieca 'fede' nel Metodo Di Bella, ma dall'avere assistito per una vita agli esiti fallimentari delle terapie correnti e, al contrario, alla capacità del Mdb di salvare migliaia di vite e, ove non possibile, prolungarne la durata e la qualità. Uno dei nostri più cari amici ricorse al Prof. Di Bella nel 1994 per un tumore al rene della moglie, che fu operata e seguì la cura. Oggi è ancora tra noi e svolge serenamente la sua attività professionale ed il suo ruolo di moglie e di madre. La necessità di un intervento è probabile, ma solo un medico Mdb competente ed esperto potrà pronunciarsi. A nostro parere, sulla base della prassi consueta Mdb, crediamo sarebbe opportuno iniziare subito e senza indugio la terapia, per i seguenti motivi:
1) L'evento chirurgico costituisce sempre un rischio di diffusione metastatica ulteriore, perchè forzatamente cruento: in tal caso la terapia diminuisce sensibilmente la probabilità di propagazione;
2) La presenza di metastasi non può ovviamente essere eliminata chirurgicamente, non per materiale impossibilità, ma perchè pericolosa e completamente inutile;
3) I tempi per un intervento,anche se ristretti, lascerebbero il tumore e le sue manifestazioni progredire e crescere senza ostacolo.
La patologia è assai severa, ma possibile da trattare. Se crede, potrebbe rivolgersi alla dottoressa (omissis) che si trova proprio a Napoli.
Lei è giovane, suo papà lo è ancora e le espressioni con le quali, pur sobriamente, ha descritto l'altera disumanità degli ambienti ospedalieri e l'amore per suo padre sono veramente toccanti".
"Ecco questa è la volta buona, Dio ha ascoltato le mie preghiere". Poi pensai "ma è mai possibile che questa persona si è dimostrata così disponibile con me che neanche mi conosce? Mi posso davvero fidare? Mandai un altra email per sapere qualcosa in più, perchè non era stata riconosciuta la cura e perchè lui era disposto ad aiutarmi"...Questa fu la risposta di Adolfo Di Bella:
"Mio padre era avanti negli anni, ma lucido come un diamante. L'ho visto soffrire, con la consapevolezza di dover finire, ma non mi sono arreso se non quando ha perduto coscienza. Ma anche in quei giorni gli stavo accanto tenendogli la mano, accarezzandolo, cercando di tenergli le labbra sempre umide. Se non avesse sottoposto il suo fisico a fatiche insostenibili (anche dieci ore di visite ininterrotte senza nemmeno fermarsi a mangiare) già ultraottantenne, probabilmente sarebbe ancora qua. Quando cercavo di mandare indietro le persone che aspettavano fuori, lui mi riprendeva e diceva: 'Ma capisci che è gente disperata, è gente che ha bisogno? E tu la vuoi mandar via?'. Finivo per provare vergogna.
Ogni persona che, con indicazioni e informazioni utili, riesco a salvare indirettamente, è come se mio padre tornasse in vita. Pochi mesi prima di lasciarci,nostro padre ha scritto: 'Credo di non essere vissuto inutilmente, perchè ho fatto del bene ed ho gioito per il bene fatto'. Indegnamente, anche noi cerchiamo di seguire il suo insegnamento. Cerca dunque di stare sereno, di riunire tutte le tue energie e di chiedere che da Lassù ci diano una mano: se Dio ci aiuterà, solo un pochino, tuo papà sarà salvo e l'amore che esiste tra di voi, oggi così raro, durerà ancora tanti e tantissimi anni".
Poi concluse "ricorda caro Amedeo, se cerchi la via giusta tra tante che ti si aprono dinnanzi, e vedi che una di queste è sconsigliata, disapprovata, criticata, derisa, combattuta, fermati: vuol dire che ti trovi al cospetto della Verità. Non dimenticarlo mai!".
Che grande uomo è questo Adolfo, quasi non credevo a ciò che stava accadendo. Come disse Totò "Stongo scetato...dormo,o è fantasia? (Sto sveglio...dormo,o è fantasia?)...Per fortuna era tutto vero...Che bello, una speranza concreta finalmente!
Andai a casa di papà e gli dissi tutto, papà non sapeva precisamente tutta la sua situazione, io con calma gli parlai e chiamammo Adolfo e papà parlò con lui.
Poi Adolfo ci fece contattare la dottoressa (omissis), la quale ci disse che aveva bisogno della cartella clinica...Questo è un problema pensai...E questi mica ce la danno subito! Il giorno dopo papà rientrò in ospedale per concludere una serie di accertamenti e parlò con un amico che lavorava nell'ospedale e riuscimmo a prendere la cartella clinica. In realtà, a dirla tutta, papà se la prese di nascosto giusto il tempo di fare delle fotocopie: mancavano alcune cose ma più o meno le cose importanti c'erano.
Dopo qualche giorno papà si dimise dall'ospedale e andammo dalla dottoressa (omissis) che lo visitò e ci diede qualche speranza, ma sempre andandoci con i
piedi di piombo...
La speranza è l'ultima a morire disse...Oggi posso dire che non solo la speranza è ancora viva ma anche mio padre. E pensare che nel mese di Settembre 2007 avevamo incominciato la cura da pochi mesi quando accadde una cosa molto particolare...
Mio zio decise di portare la cartella clinica a una dottoressa che stava sull'ospedale Monaldi...E' una delle migliori su quell'ospedale, quello che dice...quello è... Mi venne spontaneo fare un pernacchio (nella mia mente).
La dottoressa vide la cartella clinica e disse a mio zio testuali parole:" Ma da quanto tempo è deceduta questa persona?". Mio zio rispose: "Dottoressa questa persona è mio fratello e non è morto, è ancora vivo"... "Cosa gli state dando, la morfina per non farlo soffrire?". "No..rispose mio zio.
A dire la verità i figli hanno deciso di fargli fare la cura Di Bella". La dottoressa divenne un diavolo e alzando la voce disse: "Ancora con questa cura Di Bella, non lo vogliono capire che non è buona"...
"Dottorè" disse mio zio "Mio fratello sta meglio da quando sta facendo questa cura e figuratevi, riesce anche a guidare... "Assolutamente no"...replicò lei "Non lo dovete far guidare, perchè nella sua situazione potrebbe sentirsi male e finire addosso a qualcuno con la macchina". Alla fine mio zio la salutò e se ne andò tutto amareggiato.
Sono passati quasi quattro anni e papà guida ancora e non è andato a finire addosso a nessuno. Quando va dalla dottoressa per la visita di controllo non c'è bisogno che lo accompagnamo e nemmeno quando fa la Tac con MDC o l'ecografia. Va e viene come se niente fosse. E' vero che andiamo avanti con grande difficoltà a causa dei costi dei medicinali... Papà non riesce a fare la cura sempre con continuità, ma il suo male è diminuito ed è stabile. Gode di buona salute e svolge una vita normale.
Devo dire solo grazie innanzitutto a Dio che ha ascoltato la mia preghiera e mi ha aiutato a trovare la strada giusta, un grazie a Luigi, Adolfo e Giuseppe Di Bella per quello che hanno fatto e che continuano a fare per tutti noi... Se esistessero più persone come loro, il mondo sarebbe migliore.
Inoltre ringrazio la dottoressa (omissis) che è una delle poche persone che praticano il Metodo Di Bella con grande coraggio e tenacia.
E' sempre disposta a tenderci una mano nei momenti di difficoltà, è una persona splendida!
Un grazie va anche al dottor Giustino di Arzano (Na) (Una gran bella persona,solidale e altruista) e a Maurizio di Milano, presidente del Clamo, mostratosi anch'egli sempre disponibile a parlare con papà e ad aiutarlo.
Spero che ciò che avete letto possa aiutarvi ad avere un pò più di fiducia nella vita e che possa rafforzarvi in qualche modo... Tutti abbiamo il dovere di far conoscere la verità e di fare la nostra parte in questo senso... Se ero ricco avrei finanziato la ricerca, se ero un medico avrei curato le persone...Se ero un politico avrei fatto di tutto per far approvare nuove leggi a favore di coloro che decidono di seguire altre terapie... Ma sono solo un soldato semplice se così mi posso definire e nel mio piccolo mi sono solo limitato a farvi conoscere "La storia di mio padre".
Un abbraccio e un saluto a tutti...Vi auguro ogni bene!